Per sfortuna, ma forse per fortuna… la mia pelle è molto delicata e questo mi ha spinto fin da giovanissima a interessarmi ai materiali che compongono i capi che indosso e ai detersivi che impiego per lavarli, in modo da ridurre il rischio di irritazioni e allergie da contatto.
Per questo motivo penso che fare “un bucato consapevole” significhi in primo luogo conoscere perché, quando e quanto usare un additivo affinché svolga la funzione che mi aspetto e non diventi solo spreco (economico, ecologico e di tempo).
Nota bene: in commercio esistono molti prodotti validi e sicuri l’importante è saperli distinguere controllando sempre l’INCI di ciò che acquistiamo.
Personalmente ho deciso di fare un uso consapevole dei detersivi, diminuendone il consumo eccessivo e cercando di autoprodurre quanto più mi è possibile.
INCI?
Dal 1997 è obbligatorio che ogni detersivo immesso sul mercato riporti sulla confezione l'elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione INCI (i nomi degli ingredienti in lingua inglese o - in alcuni casi - in latino scritti in ordine decrescente di concentrazione al momento della loro incorporazione). É quindi facile verificare i quantitativi di un componente rispetto ad un altro. Se ad esempio nella lista degli ingredienti al primo posto troviamo 'Alcohol', significa che questo è il componente presente in maggiore quantità all'interno del prodotto acquistato.
INCI?
Dal 1997 è obbligatorio che ogni detersivo immesso sul mercato riporti sulla confezione l'elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione INCI (i nomi degli ingredienti in lingua inglese o - in alcuni casi - in latino scritti in ordine decrescente di concentrazione al momento della loro incorporazione). É quindi facile verificare i quantitativi di un componente rispetto ad un altro. Se ad esempio nella lista degli ingredienti al primo posto troviamo 'Alcohol', significa che questo è il componente presente in maggiore quantità all'interno del prodotto acquistato.
FONTI
| www.altroconsumo.it | www.ecoalma.it | pannoliniconsapevoli.it | List of substances banned for use in cosmetic products as from 1 December 2010 European Commission - Cosmetic Product Notification Portal | Update of the inventory with Seveso III categorisation of substances (1 june 2015) European Chemicals Agency | Greenpeace Italia | The Global Portal to Information on Chemical Substances | United States Environmental Protection Agency | eChem Portal | www.biodizionario.it | www.greenstyle.it | www.biotiful.it | Wikipedia - Portale Chimica
FONTI
| www.altroconsumo.it | www.ecoalma.it | pannoliniconsapevoli.it | List of substances banned for use in cosmetic products as from 1 December 2010 European Commission - Cosmetic Product Notification Portal | Update of the inventory with Seveso III categorisation of substances (1 june 2015) European Chemicals Agency | Greenpeace Italia | The Global Portal to Information on Chemical Substances | United States Environmental Protection Agency | eChem Portal | www.biodizionario.it | www.greenstyle.it | www.biotiful.it | Wikipedia - Portale Chimica
Per ulteriori approfondimenti consiglio di chiedere informazione a uno specialista o agli organismi competenti in materia.
Tensioattivi
I tensioattivi sono gli ingredienti principali dei detersivi (ma anche dei detergenti cosmetici) e hanno la funzione di ridurre la tensione superficiale dell’acqua e legarsi allo sporco, rimuovendolo dai tessuti. Possono essere di origine petrolchimica, vegetale o mista. I detersivi ecologici contengono tensioattivi di origine vegetale ricavati dall’olio di cocco, palma o oliva e sono di facile smaltimento nell’ambiente.
In base alle loro proprietà principali (schiumogena, detergente, emulsionante, …) i tensioattivi vengono categorizzati in anionici, cationici, anfoteri e non-ionici. Ciascuna categoria comprende diverse tipologie di sostanze che sono più o meno dannose. Per questa ragione è bene sapere che, ad esempio, non tutti i tensioattivi anionici sono inquinanti e/o aggressivi per la pelle, ma fanno parte di questo gruppo sia i famosi SLES, sia saponi perfettamente biodegradabili e meno aggressivi per la pelle. Allo stesso modo tra i tensioattivi non-ionici vi sono i più delicati e anche quelli più frequentemente usati nei cosmetici destinati ai bambini, ma anche in questa categoria possono esserci sostanze più o meno irritanti ed inquinanti.
Quindi vale il solito scrupolo di leggere bene l’etichetta e informarsi sugli ingredienti in essa contenuti.
Enzimi
Sono proteine che catalizzano le reazioni biochimiche, velocizzando la degradazione di altre proteine, lipidi e carboidrati che compongono le macchie. In presenza di enzimi la quantità di tensioattivi può essere ridotta. Sono biodegradabili e permettono di rimuovere lo sporco a temperature più basse, con conseguente risparmio energetico. Non presentano particolari problemi, è stato dimostrato che gli enzimi hanno un profilo tossicologico molto sicuro, non sviluppano tossine e non sono inquinanti per il sistema acquatico. Quindi puoi acquistare in tutta tranquillità un detersivo che contiene enzimi, nel caso in cui tu non sia vegano ovviamente.
Gli enzimi presenti nei detergenti si dividono in: cellulasi, amilasi, proteasi e lipasi.
Candeggianti
Il più conosciuto è la candeggina, tradizionalmente impiegata in preammollo o nel prelavaggio in lavatrice. Gli aspetti positivi di questo prodotto sono un costo molto basso, un elevato potere smacchiante e igienizzante. Quelli negativi sono l’estrema aggressività su colori e tessuti e la sua pericolosità, infatti in base alla concentrazione può essere corrosiva, irritante per gli occhi, per la pelle e per ingestione.
Esiste anche la candeggina “delicata”: un prodotto liquido a base di acqua ossigenata. Si può usare anche su capi colorati e tessuti come lana e seta, mettendola direttamente sulle macchie o nel normale bucato con il detersivo. Si tratta comunque di un additivo aggressivo e inquinante.
→ Meglio preferire alla candeggina il percarbonato di sodio che non provoca danni all’uomo e all’ambiente. (!non confondere il percarbonato di sodio con il perborato di sodio, che invece è un composto irritante!)
Prodotti per prelavaggio e smacchiatori
Si usano prima di procedere con il lavaggio abituale a mano o in lavatrice, trattando le macchie o le zone più sporche del tessuto, come polsini e collo. Il panetto di sapone di marsiglia, è uno fra i più tradizionali ma negli ultimi anni è stato affiancato da prodotti liquidi, gel o spray, che offrono il vantaggio di non dover strofinare il tessuto dopo l’applicazione e di agire su macchie di diversa natura. Questi smacchiatori sembrano essere piuttosto efficaci, ma la maggior parte contengono sbiancanti ottici che “coprono” le macchie senza rimuoverle davvero (riflettendo una luce azzurra che non fa percepire la macchia) e inoltre sono spesso molto aggressivi sulla cute e poco ecologici.
Igienizzanti e disinfettanti
Sono usati per disinfettare il bucato eliminando i germi che possono proliferare sui capi sporchi.
I prodotti chimici igienizzanti che si trovano in commercio spesso funzionano molto bene ma inquinano perché contengono ingredienti pessimi per l’ambiente e, soprattutto, questi stessi ingredienti possono rimanere nelle fibre dei tessuti e indurre delle allergie o problemi dermatologici ai bambini o a chi la pelle molto delicata. Per la cura dei pannolini lavabili è altamente sconsigliato l’uso di Napisan e altri additivi disinfettanti, candeggina e smacchiatori.
Ammorbidenti
Vengono aggiunti nel cassetto del risciacquo per rendere i tessuti più soffici e profumati, diminuiscono l’elettrostaticità facilitando la stiratura.
In realtà non è indispensabile usarli. Per rendere i tessuti più morbidi al tatto, prova a lavare a temperature più basse e a stirare i capi quando sono ancora leggermente umidi.
→ Puoi realizzare un ammorbidente ecologico adatto a tutti i tessuti sciogliendo 150 grammi di acido citrico in un litro di acqua distillata. Al momento dell’uso versa 100 ml di soluzione nella vaschetta della lavatrice destinata all’ammorbidente. Per profumare puoi aggiungere una decina di gocce di olio essenziale di lavanda (o altro) direttamente nella vaschetta. Come metodo ecologico alternativo si usa spesso anche l’aceto bianco, altrettanto efficace, ma ci sono pareri tecnici discordanti in merito al suo uso prolungato che sembrerebbe danneggiare comunque la lavatrice. Ricorda inoltre che l’ammorbidente è generalmente sconsigliato per il lavaggio dei pannolini lavabili perché lascia una patina sul tessuto che impedisce al pannolino di assorbire i liquidi.
Anticalcare
Sono additivi che proteggono la lavatrice dal deposito di calcare che comporta danni non da poco ai nostri costosi elettrodomestici, causandone con il tempo la rottura.
L’aggiunta di un anticalcare a ogni bucato è consigliabile solo se l’acqua è molto dura (più di 30°F), se si lava spesso ad alte temperature (almeno 60°C) e se si usano spesso detersivi in polvere. Lavando a 30° – 40° C, l’uso di un additivo a ogni lavaggio è superfluo. Inoltre, tutti i detersivi in commercio contengono già una piccola quantità di anticalcare (complessanti), sufficiente per la prevenzione ordinaria delle incrostazioni.
→ Anche in questo caso (vedi ammorbidente) può bastare una soluzione di acido citrico da aggiungere nella vaschetta del risciacquo. In alternativa, una volta al mese puoi versare 1 litro di soluzione direttamente nel cestello vuoto e avviare un programma ad alta temperatura, in questo modo avrai un’azione disincrostante per acque particolarmente dure.
Conservanti e coloranti
I prodotti biologici sono di solito conservati con acqua ossigenata o alcool etilico e non contengono coloranti, mentre quelli convenzionali utilizzano conservanti dannosi per la salute e coloranti poco biodegradabili che servono unicamente a dare aspetto gradevole al prodotto, meglio diffidare dai detersivi con colori accesi e preferire quelli con colorazioni neutre.
Ora conosci quali sono i principali gruppi di ingredienti che potrebbe contenere il tuo detersivo. Clicca qui per approfondire il tema del bucato perfetto: troverai una lista di informazioni che ho raccolto e sperimentato negli anni e che forse può tornare utile anche a te per ridurre gli sprechi monetari, ecologici e di tempo senza rinunciare alla massima igiene e alla cura dei capi stessi, oltre che della tua pelle.